24 novembre 2010
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09:14
Musica di gustav Klimt
La poesia è la musica dell'anima...
Tutto possiede in sè della poesia.
I poeti altro non sono che dei musicisti
che suonano le melodie che
provengono dal cuore,
con strumenti diversi da quelli convenzionali..
Uomini che sanno trarre dalle cose
un significato profondo,
un afflato sensibile solo a pochi,
non percepibile da tutti
e lo trasformano in parole...
Alchimisti dell'anima
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21 novembre 2010
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23:45
Marc Chagall – Hommage à Apollinaire
Io sono sotto il segno della Costellazione d'Autunno
E perciò amo i frutti e detesto i fiori
I baci che do li rimpiango uno per uno
Noce bacchiato che dice al vento i suoi dolori
Mio eterno Autunno mia stagione mentale
Mani d'antichi amanti costellano il tuo suolo
Una sposa mi segue è la mia ombra fatale
Le colombe stasera spiccano l'ultimo volo.
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20 novembre 2010
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21:41
Guardatela. Unica nel campo,
Solitaria ragazza dell'altopiano,
Che miete e fra sè canta!
Fermatevi, o passate oltre in silenzio!
Sola essa taglia e lega il grano
Mentre canta una malinconica canzone.
Udite, la valle immensa
Trabocca del suo canto.
Nessun usignolo mai cantò
Più gradevoli note e spossate compagnie
Di viandanti in qualche oasi ombrosa
Nei deserti dell'Arabia;
Mai si udì il cuculo
Rompere a primavera i silenzi marini
Con voce così seducente
Nelle remote Ebridi.
Chi mai mi dirà di cosa essa canta?
Forse le dolenti note scorrono
Per cose antiche, tragiche e lontane,
Per battaglie d'epoche remote,
O forse era un lamento più umile,
Per faccende familiari, cose d'ogni giorno,
Forse è un dolore normale, una perdita, un dispiacere
Che è stato e potrà ricapitare.
Qualsiasi il tema, la vergine cantava
Come se il suo canto non dovesse mai finire:
La vedevo cantare durante il lavoro
E mentre si piegava sulla falce.
Ascoltavo senza muovermi o parlare,
E salendo la collina
Portai nel cuore quella musica
Ben oltre il momento che più non la sentii.
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20 novembre 2010
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Bruna ancora non avuta,
io ti voglio quasi nuda
sopra un sofà tutto nero
in un boudoir tutto giallo,
come s'usava nell'anno
milleottocentotrenta.
Quasi nuda e non nuda,
la tua carne intraveduta
da una nube trasparente
di merletti che si schiude,
la tua carne dove corre
la mia bocca delirante.
Ti voglio troppo ridente
e inoltre dovrai essere
imperiosa, e cattiva
e perfida e qualcosa
di più se ti piacesse,
ma così lussuriosa!
Ah, il tuo corpo nero e rosa,
di chiar di luna soffuso!
Ah, te ne prego, posa
il gomito sul mio cuore
e il tuo corpo vittorioso,
tutto il tuo corpo che adoro.
Ah, il tuo corpo, che si corichi
sull'anima mia dolorosa
e su essa si riposi
e la soffochi se può,
e se il tuo capriccio vuole,
ancora, ancora, ancora!
splendide, gloriose,
bellamente furiose,
agitate nei loro
giovani giochi focosi,
sbatti il mio orgoglio giù, sotto
quelle tue chiappe gioiose!
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20 novembre 2010
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Oh me, oh vita !
Domande come queste mi perseguitano,
infiniti cortei d’infedeli,
città gremite di stolti,
che vi è di nuovo in tutto questo,
oh me, oh vita !
Risposta
Che tu sei qui,
che la vita esiste e l’identità,
Che il potente spettacolo continui,
e che tu puoi contribuire con un verso.
Walt Whitman
Oh, Capitano, mio capitano di Walt Whitman
O CAPITANO! MIO CAPITANO!
O Capitano! Mio Capitano! il nostro duro viaggio è finito, la nave ha scapolato ogni tempesta, il premio che cercavamo ottenuto, il porto è vicino, sento le campane, la gente esulta, mentre gli occhi seguono la solida chiglia, il vascello severo e audace. Ma, o cuore, cuore, cuore! Gocce rosse di sangue dove sul ponte il mio Capitano giace caduto freddo morto. O Capitano! Mio Capitano! Alzati a sentire le campane; alzati - per te la bandiera è gettata - per te la tromba suona, per te i fiori, i nastri,le ghirlande - per te le rive di folla per te urlano, in massa, oscillanti, i volti accesi verso di te; ecco Capitano! Padre caro! Questo mio braccio sotto la nuca! E' un sogno che sulla tolda sei caduto freddo, morto. Il mio Capitano non risponde, esangui e immobili le sue labbra, non sente il mio braccio, non ha battiti, volontà, la nave è all'ancora sana e salva, il viaggio finito, dal duro viaggio la nave vincitrice torna, raggiunta la meta; esultate rive, suonate campane! Ma io con passo funebre cammino sul ponte dove il Capitano giace freddo, morto. (dipinto di Evelyn De Morgan/L'angelo della morte)
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20 novembre 2010
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11:14
Andai nei boschi
perché volevo vivere
con saggezza e profondità
e succhiare tutto il midollo della vita,
sbaragliare tutto ciò che non era vita !
E non scoprire,
in punto di morte,
che non ero vissuto.
Henry David Thoreau
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20 novembre 2010
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Ondeggiano i letti di rose
Ne li orti specchiati dal mare
In coro le spose con lento cantare
Ne 'l talamo d'oro sopiscono il sir.
Da l'alto scintillan profonde
Le stelle su 'l capo immortale;
Ne 'l vento si effonde quel cantico
E sale pe 'l gran firmamento
Che incurvasi a udir.
Ignudo le nobili forme
Consparso d'un olio d'aroma,
L'amato s'addorme: la sua dolce chioma
Par tutta di neri giacinti fiorir.
Discende dai cieli stellanti
Un fiume soave d'oblio
Le spose, pieganti su 'l bel semidìo,
Ne bevon con lungo piacere il respir.
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20 novembre 2010
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Rackham Il freddo autunno ha imbavagliato il giorno.
Taccion le sue mille voci festanti;
giù dalla torre della cattedrale
campane a morto, nella nebbia, gemono
Sovra gli umidi tetti si distende
candido, in sonno, un fulgido vapore.
Con le gelide dita il vento batte
entro la gola del camino, a stormo,
gli ultimi accordi d'una marcia funebre.
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20 novembre 2010
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09:53
Oggi ho nel cuore
un vago tremolio di stelle
ma il mio sentiero si perde
nell'anima della nebbia.
La luce mi tronca le ali
e il dolore della mia tristezza
bagna i ricordi
alla fonte dell'idea.
Tutte le rose sono bianche,
bianche come la mia pena,
e non sono rose bianche,
è scesa la neve su di loro.
Prima ebbero l'arcobaleno.
E nevica anche sulla mia anima.
La neve dell'anima
ha fiocchi di baci
e scene calate nell'ombra
o nella luce di chi le pensa.
La neve cade dalle rose,
ma quella dell'anima rimane
e gli artigli del tempo
ne fanno un sudario.
La neve si scioglierà
quando verrà la morte?
O avremo altra neve
e altre rose piú perfette?
Sarà con noi la pace
come c'insegna Cristo?
O forse il problema
non sarà mai risolto?
Ma se c'inganna l'amore?
Cosa sosterrà la nostra vita
se il crepuscolo ci affonda
nella vera scienza
del Bene che chi sa se esiste
e del Male che incombe alle spalle?
Se muore la speranza
e risorge la Babele,
quale torcia farà luce
sulle strade in Terra?
Se l'azzurro è un sogno,
dove mai finirà l'innocenza?
Cosa mai sarà il cuore
se l'Amore non ha frecce?
Se la morte è la morte,
dove finiranno mai i poeti
e le cose addormentate
che nessuno più ricorda?
Oh sole di tante speranze!
Acqua chiara! Luna nuova!
Cuori dei bambini!
Anime rudi delle pietre!
Oggi ho nel cuore
un vago tremolio di stelle
e tutte le rose sono bianche
bianche come la mia pena.
(Granada, novembre 1918)
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19 novembre 2010
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20:31
"Quando le porte della percezione saranno purificate.......ogni cosa apparirà com'è realmente: infinita.........."
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